domenica 18 gennaio 2009

Ferita


Osservo il sangue,
la tua ferita che in me
non cicatrizza mai.
E rido, sull'orlo del precipizio,
all'angolo di ciò che è successo;
e fa lo stesso.
Io che t'amo, quale penitenza,
t'imploro di non sorridermi
più. Smettila di trascinarmi
dalla parte
della vita.
Ti prego. E intanto il sangue
scorre.
È come morire, resuscitare
e vivere. E ridere. Riderne.
All'angolo della banalità, sotto
la pioggia battente.
Ho in tasca frammenti del mio
cuore.
Capaci di felicità
impossibili...
E il mio amore,
la mia morte, rovina,
per te. Mio boia.

1 commento:

*Formaggia* ha detto...

Ti giuro che non ho neanche un vaga idea su quello che ho appena letto :(