martedì 24 novembre 2009

Pescare in una tazza di tè


Non voglio sogni duri come le pietre: sono troppo freddi. Non voglio nemmeno stelle, carillon nè finte ali bianche.
Non voglio nulla di tutto ciò. Agli eroi in generale non credo, ai miracoli preferisco la pura consapevolezza della realtà, della vita.
Vita che alle volte ci abbandona sul ciglio di una strada e tutto ciò che possiamo fare è aspettare, senza però farci investire da chi passa.
Va bene, starò attenta.
Mi viene da chiedermi il perchè alle volte..., salvo poi accorgermi che di perchè ce ne sono molti. Sono le risposte che mancano.
Ecco, vorrei un po' di risposte in più, in questa vita, in questa attesa di un passaggio che mi porti non dico più in là, ma perlomeno più in alto.
Non capisco questa indifferenza, diversità. E non comprendo, sapete, perchè un uomo ad un'altro uomo fa la guerra.
Una volta mi han detto che il tè fa miracoli, fa stare bene.
Così ora sono qui, seduta ad aspettare che un'incubo più bello abbocchi a questa bustina di tè...

venerdì 20 novembre 2009

La vita nei tavolini di un bar


Non so cosa sia degno d'importanza e cosa meno.
Io più mi guardo intorno e più mi convinco del fatto che la gente è cieca.
La gente passa, non osserva, non si ferma e magari torna indietro, mai. È come se avessero dei paraocchi che non gli permettessero di guardarsi intorno.
La gente non vede mai al di là del proprio naso, questo credo.
Io credo nel diverso. Credo che un giorno forse riuscirò a liberarmi dalla consapevolezza di sapere quanto è profonda, può far male una ferita.
La gente talvolta osserva, scruta, critica. Ecco, le persone, credo, farebbero molto meglio a tentare di aprire il cuore ed osservare con quello.
Io sono strana, diversa. Ne ho preso cosapevolezza da tempo e da tempo vivo questa mia "vita in difetto" non curadomi si loro: io vedo oltre, vedo veramente.
Perchè tutto è sacro, tutto ciò che ci fa star bene è degno di considerazione. Pesate, per un'Inca, una fontana era sacra se lui amava farci il bagno.
Cosa vedo? Vedo da un lato questa mia generazione zero, senza obbiettivi, valori, curiosità, cieca, povera generazione di gallie stranazzanti incapaci d'intedere e volere.
Dall'altro il mondo, lì, a due passi. La vita. La vita in un libro dimenticato su una panchina, nel profumo della zuppa che è autunno, in una poesia, nei tavolini di un bar.
Tutto è sacro. Osservate.