venerdì 23 gennaio 2009

"E se non passa?"


Lei, a volte fin troppo sincera, ma così amica, gliel'aveva detto un mucchio, un pacco in gergo adolescenziale, di volte.

Non è che Alis era, mio Dio, innamorata; non era nemmeno da pensare che!

Semplicemente era restata un po' sconvolta, cazzo.

“Passerà.”

Ma alla nostra pazza ciò sembrava impossibile.

“E se non passa?”

Poi quell'altra, che ora girava testa china, aveva messo in giro certe voci...

Ma sbisciate e prese per il culo non ci riguardano. Il fatto è che la vecchia Alis aveva proprio accusato il colpo.

Voglio dire, lei era la più ribelle di tutti, e da un giorno all'altro ce la ritroviamo poeta e disertrice dei suoi pomeriggi domenicali vuoti e nihilisti, sdraiata senza scarpe sul tappeto della sua camera, sguardo fisso al soffitto, impotente e con la pazzia per amica e la morte come guardaspalle.

Con la consapevolezza che il punk, la sua oramai vecchia ragione di vita, il metal, l'unico amore di altri, la new wave e così via, non fossero poi così diversi tra di loro; dietro a tutti c'è la droga.

Perdonatela, anzi, no. Ma quella stupida era arrivata a pensare che fossero solo, già s-o-l-o musica.

Poi arrivava il lunedì e si accorgeva che no, non le era ancora “passata”.

Stupida cotta tardoadolescenziale.

Poi, del resto, passavano i giorni anche nel soffocante e bigio Liceo di Bellinzona. E tornava domenica, e arrivava il pomeriggio.

E, hai voglia.

Così, ingoiava e mandava giù pastiglie di vita. Perchè, ammettiamolo, il mondo fa schifo. E ci stanno ingannando tutti. Sia quelli cattivi che quelli santi.

E alla fine son poi tutti maledetti allo stesso modo. Pensava. Poi si perdeva nuovamente. E piangeva, rideva istericamente, si disperava.

E di nuovo a parlare sottovoce al telefono con lei, sia mai che la Mutter si aggiri nei paraggi...

Così sorprendersi a farsi la stessa, logorrica, inutile domanda.

“E se non passa?”


Oggim però, l'aria è cambiata. Se n'è accorta. C'è già voglia di carnevale, coriandoli e bignè allo zabaione. Come potete darle torto, sui bignè allo zabaione?

Fattostà che aveva voglia di questo febbraio che stava arrivando, trascinandosi con sè un lungo strascico di struggenti ricordi di quel ch'era un'anno fa.

Una vita fa.

E s'era comprata una giacca nuova, sapete? Come se ciò potesse aiutare a, non dico dimenticare, ma perlomeno vivere nel presente. L'aveva indossata, era andata a scuola. E, arrivata in classe, la nostra tardoadolescenziale confusa s'era fatta per l'ennesima volta quella domanda.

Quella fottuta e maledetta domanda.

“E se non passa?”

Ma, oggi, c'era del nuovo. E sedendosi al banco se ne accorse.

“Era passata.”

1 commento:

*Formaggia* ha detto...

Lalalaaaa laa lalalaaa te l'avevo detto xD