giovedì 29 maggio 2008

It RaIn


Piove. Piove sulla città,
spegnedo gli incendi, spiovendo dai tetti.
Piove sui giusti e sui cattivi, che poi così
cattivi non sono mai.
Piove sui perchè di un bambino, sui dubbi
di uno studente.
Piove sull'albero dove giocavi a nascondino.
Piove sui treni in partenza e su
quelli che invece non partiranno mai.
Piove sugli aerei a bassa quota.
Piove sulla strada deserta della periferia.
Piove sui graffiti, troppo belli per essere illegali.
Piove sulle lacrime di una ragazza tormentata.
Piove. Piove sul bagnato.
Ed, infine, piove su di me;
e sul mio libro di matematica usato come ombrello
del quale non so nulla.
Ma, non importa.
Perchè piove.

venerdì 23 maggio 2008

I BeCaMe WhAt?


I became what?
E più me lo chiedo più mi sento confusa.
Confusione che non mi permette di pensare.
E se non penso non posso arrivare ad una conclusione.

Alis. Che succede?”

Mi chiedono tutti in continuazione.
Ke mi succede?!
Ke non mi ritrovo più.
Ke non ho più un punto di riferimento per tutto: per la musica, per i vestiti, per il mio comportamento, per le mie ideologie, per la mia filosofia di vita.

Ma si può tornare indietro?
No. Forse no.
Ma se si potesse???

mercoledì 21 maggio 2008

The end


"Ho tolto le foto dalle pareti dei miei sogni segreti."
La bianca parete della mia stanza è inquietante.
Mi rispecchia esattamente. Vuota. Il punk non mi sostine più dall'interno quando tutto il resto cade a pezzi.
Ditemi dove e butterò i miei sogni.
Ecco, li ho strappati dalle pareti e gettati via!
È SOLO MUSICA! S-O-L-O!!!
Contenti?! Siete contenti, ora?!
Non ho più voglia di ascoltare musica.
Il punk. Tutta la mia vita.
Buttato.
Sparatemi pure, ora. Tanto...
È uguale.

domenica 18 maggio 2008

I Baustelle...


Sono un gruppo di musica alternativa italiana che io alterno a volte al mitico punk'77...
http://www.youtube.com/watch?v=5AetpvPofB8
questa canzone è stupenda. Io amo il testo.

venerdì 16 maggio 2008

PoEsIa


Non so che mi succeda.
È che esplodo. Dentro. Con te.
Prima ero in un angolo, la schiena al
muro, i pugni chiusi. Pronta ad
attaccare. No. A difendermi. Fragile.
Tremante. Poi sei arrivato tu.
Con quel sorriso che dà senso a tutto
questo. Questo mondo che troppo
presto, la sua parte più buia
mi ha mostrato. Te, coi tuoi occhi
scuri. I miei, cristallini, restano in
superficie. Mentre, i tuoi, invece, tutt'
altra cosa.
Sei entrato. Nella mia vita, ma il permesso.
No. Non l'hai chiesto.
Mi hai riportata alla vita.
Grazie. Anche se tu, questo, non lo
sai.

sabato 3 maggio 2008

Poesia


Grido

Ho visto le menti migliori della
mia generazione...
Impazzire, esaltarsi e
deprimersi.
Sotto l'effetto di sconfitte
e stupefacenti.
Accucciati sui lati di
una piazza... Ad osservare,
a farsi osservare.
Correre, scappare, a piedi
o in skate.
Diretti all'inferno.
Scappare di casa, in cerca
di sogni perduti.
In cerca dell'isola che
non c'è.
Cadere dalle stelle e
perdersi in una
mente contorta,
malata, sfinita.
Stonarsi di accordi di
chitarra ed erba.
Gridare nelle loro stanze
con la musica al
massimo.
Agli stadi, facendosi prendere
a manganellate.
Manifestare contro, senza
chiedersi perché.
Semplicemente andando
contro. Contro, contro!
Perdere la fede,
nella pioggia battente.
Abbattere barriere
tentando di cancellare
l'amnesia.
Sentirsi obrobi ed
inculcarselo nella
mente tanto da
diventarlo.
Bere, bere e bere,
per dimenticare.
Per non vedere questo
mondo che li spinge:
a morire per overdose;
o, lentamente, agonizzare
in marci letti d'ospedale.
Creare tribù legate
a generi musicali.
Imbattersi in vere e
proprie guerre tra di
loro,
assetati di sangue,
di vita.
Morire, dentro,
nella propria stanza
stra fumata.
Tirare: per l'impotenza,
per rabbia, pugni contro
un muro macchiato
di sangue.
Essere costantemente all
ricerca d'amore e di
aghi nelle proprie vene.
Morire d'insonnia,
per sopravvivere e
non per respirare.
Bambini persi con
facce sporche.
figli dimenticati
di ribelli.
Cresciuti nelle periferie delle
città, nella grandine di
luce e nella miseria.
Frequentare quartieri
malfamati fino a diventarne
parte.
Consumare un amore in
mezz'ora.
Perdersi con lo sguardo,
nel vuoto dei propri:
pensieri svuotati dalla
vita quotidiana.
Piangere lacrime salate,
fino a crollare a terra,
stremati per lo sforzo.
Oppure piangere lacrime
invisibili, tenendosi
tutto dentro.
Aspettando il momento buono
per esplodere.
Sbattere la porta
in faccia a chi li ha
messi al mondo.
Finire in strada
e perdere la propria
identità.
Crollare addormentati,
incatenati, a lerci
banchi di scuola.
Perdere la memoria
in bagni pubblici.
Rubare cucchiai, soldi
e speranze perdute.
Tremare e strangolare
un cuscino, per il
freddo, per la rabbia
e la paura...
Imbrattare i muri
di scritte, graffiti, pensieri,
di pezzi del proprio
cuore.
Annaspare, tossendo,
senza riuscire a
respirare.
Stare per impazzire, avere
le pupille dilatate ed
essere in astinenza.
Astinenza d'amore,
di libertà e di vita,
quelle vera.
Perdersi in un bicchiere
d'acqua, in un
quartino di polvere,
nella rabbia...
Ridere, ridere e ridere
per nascondere le lacrime.
Diventare come recita la
loro Bibbia:
la musica.
Diventare Anarchici per
il puro gusto di non
rispettare le regole.
Scappare a gambe levate
dalla polizia,
cadere ed essere
catturati.
Provare a volare,
lanciandosi da ponti
e da palazzi.
Essere sempre più
soli, tanto da far
diventare la solitudine
il loro stile di
vita.
Non riuscire più a parlare.
Avere libri a cui manca
l'ultima pagina, strappata.
Annegare nei proprio
pensieri, densi, pesanti.
Bagnarsi, senza potersi,
senza riuscire a
muoversi da sotto la pioggia
scrosciante e gelida.
Pensare di addormentarsi
e non svegliarsi più.
Non credere più ai futuri
giorni migliori. Al proprio
futuro, troppo incerto, troppo
lontano. La morte e la vita,
un bivio. La strada sbagliata
troppo facile da imboccare.
Frastornarsi con la musica a
tutto volume e non
capire più niente.
Chiudersi in bagno e non
uscirvi più. Vivi.
Osservare ed ascoltare un
discorso.
Chiedendosi poi di cosa
si trattava.

Ecco, questa sono io, in
parte. Perchè lei è
fatta come me...
È la mia generazione.

Alis

giovedì 1 maggio 2008

Solitude


Sarà che sto meglio...
Sarà che comincio ad essere stufa. Stufa di cosa?
Della solitudine. Stufa delle mie famose sere divano-gelato-telefilm del ca**o.
Sarà che ci sono dei giorni dove ho voglia di crollare e di nascondermi per uscire dalla quotidianeità. Sarà che a volte mi sento sola nella folla. Sarà.
Sarà che sono stanca di tutti questi volantini di feste.
Sarà che non ne posso più dei vari resoconti dei venerdì sera.
Sarà che la solitudine non è esser soli ma è amare inutilmente.
Sarà che amo troppo. Inutilmente.
Sarà che mi viene volgia di urlare a squarciagola:
FUCK THE PARTYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!!!