mercoledì 24 febbraio 2010

La verità


A volte diciamo la verità perchè è tutto ciò che ci rimane da dire.
La verità è che per quanto ci si affanni per evitarlo, a volte si cade. E fa paura da morire.
Diciamo la verità perchè abbiamo bisogno di dirla ad alta voce per sentirla noi stessi.
A volte diciamo la verità perchè non possiamo fare altrimenti,
e a volte la diciamo agli altri perchè gliela dobbiamo. E’ il minimo che possiamo fare.
Ecco, ora non ci sono veramente più ombre e maschere dietro le quali nascondersi. Ora lo ammetto per la prima volta, per potermi sentire poi, scusate le parole, leggera.
La verità è che Alis non sta bene. Basta un'occhiata. La verità è che la consapevolezza negli sguardi della gente le fa male, sono pugnalate, ma l'indifferenza la uccide.
La verità è che questa volta è più difficile. La verità è che sa già ora che domani mattina tutto ciò che vorrebbe sarebbe rimanere sotto le coperte e riposare...
La verità è che non si possono più suturare quelle ferite che ora si sono riaperte e che aveva imparato così bene a nascondere.
La verità è che oggi quella rosa è morta e la regina si è arrabbiata.

domenica 21 febbraio 2010

"Sì maestade!"


"È ancora viva."
La mia rosa è ancora viva.
Se ne sta lì, sul comodino di cui ho perso le chiavi dei sogni nel cassetto.
È rossa, ritta e fiera. È viva.
Ed è così semplice. Oggi c'era il sole, domani pioverà di nuovo e non siamo nemmeno a marzo.
Ho preso aria, ho aperto le finestre e sbattuto i cuscini, e per un attimo il grigiore è scomparso, annientato dalla luce. Per poco.
Volevo fare come la rosa, nutrirmi di quel sole.

"Chi ha messo vernice qua???"
Eccola. Di nuovo. Ho chiuso le finestre. È incredibile quanto sono corti gli attimi in cui respiro; manco fossi un pesce rosso in una boccia.
Ma di rosso, in effetti, c'è solo questa rosa. Ed io, colpevole, faccio la riverenza, apro la bocca un po' di più e dico, come sempre,:" Siiiiii maestade!".
Mentre nella stanza ritorna il grigiore di sempre, ed io nascondo il pennello.

domenica 7 febbraio 2010

Silenzio, per piacere.


Scivolo leggera tra i corridoi, sprofondo su una sedia e poi così come sono arrivata, me ne vado.
Risulto quasi invisibile a tratti, ne sono consapevole. Il fatto è che mi guardo molto alle spalle, ultimamente. Ho cessato di provare a rompere un vetro a furia di sbatterci contro, fa troppo male alle ali. Ho cessato di ascoltare il brusio alle mie spalle.
Forse non saprò cos'è giusto per me, ma chi lo sa, in fin dei conti? So solo che il mio istinto ha sempre avuto ragione, sulle sensazioni, per quanto distorta fosse la realtà è sempre restato lucido.
La gente si comporta come un'elefante in una cristalleria, salvo forse un'eccezione.

Perchè non sanno entrare nel mio mondo senza fare domande? Stando un attimo in silenzio?
Perchè non arriva e mi porta lontana? Via da questo brusio? Cosa aspetta?
Insonnia di pensieri che gocciolano vuoti. Ma almeno silenzio...
Le falene percepiscono le più piccole vibrazioni.

lunedì 1 febbraio 2010

Devi convincerti...


42,3 -1 ancora. -7 da ora.
Numeri. Numeri che gocciolano vuoti nella mia mente, la invadono, infettano, poi fluttuano, insipro e ondeggiando escono dalla finestra.
Numeri come demoni che non mi danno pace.
Scrivo poco, ultimamente. Scrivo poco e male.
Scrivo come vivo. L'ho sempre fatto da quando il mio scettro era una biro.
Regina senza scettro, senza corona nè regno. Ora so perfettamente che non cè più trucco, non c'è più inganno, c'è solo lo specchio che osservo insieme all'immagine di me stessa che voglio vendere al migliore offerente. E uno e due aggiudicata.
Il fatto è che a tratti fluttuo, lontana dai demoni, poi ricado a terra.
Ma non è finita finchè non sarò sotto terra. Finchè non ci sarà bandiera bianca.
C'è solo una coda alta e bisogno di qualcuno. E so esattamente che non lo ammetterei mai.
E so che mi fa stare bene, anche ora che la mia vita è attaccata a un filo, ad un'ago che oscilla senza fermarsi.
E numeri. Solo numeri.

"Ho sempre odiato la matematica."

"Devi pensare di esserne uscita almeno una volta. Devi convincerti che puoi farcela."
Grazie.

martedì 19 gennaio 2010

Urlano


Parlano, urlano, strepitano, disturbano.
Disturbano la mia ferrea concentrazione. I miei momenti di apnea scolastica; bei momenti in cui non conta quanto e come sono. Quanto.
Disturbano i miei momenti sereni.
Parlano, parlano, parlano.
Senza avere nulla da dire.
Patetici.
Son io, che voglio urlare. Eppure, dalle mie corde vocali non esce la benchè minima vibrazione.


Saprai

Saprai di morire e vivere,
perchè la vita è in due
maniere.
Saprai amarti e ferirti,
perchè il sangue è
relativo.
Saprai venderti e pagare
il boia tempo,
ché mi pugnalò di affilati
ricordi le ali.
...Giacchè volar da soli
è solamente
un'illusione.

venerdì 8 gennaio 2010

Falena



Poca cosa è della falena
la leggerezza:
inodore
insapore, priva
d'emozione.

Poca cosa è
sotto una campana
di vetro
librarsi.

Poca cosa son due
ali se di
volar non si
sa.

Alis B.

domenica 13 dicembre 2009

Fame. Di vita.


E non comprendo ancora la ragione per cui un uomo a un'altro uomo fa la guerra.
Non comprendo tante, troppe cose. Forse il fatto è che alle mie domande ho già risposta.
È questa sensibilità maledetta, questa predisposizione alla consapevolezza dura e cruda della vita. Io trovo risposte in uno sguardo e sorrido. Sorrido a chi, imbarazzato, non riesce ad incorciare il mio, di sguardo.
Io so. E non me ne curo. E, a chi chiede, rispondo.
Rispondo che la vita è altra cosa. Sorrido. Il fatto è che io, la vita, non la temo. Il fatto è che non ho bisogno di un falso gusto dolce in gola per affrontarla. Credo che la vita sia una mela, ma sì diciamo pure una mela avvelenata.
Parlate pure. C'è solo una cosa peggiore al sentire sparlare di sè, non sentire sparlare di sè.
Avanti. E guardatemi. Guardatemi pure in questi occhi stanchi, che annuirò ad ogni singola cattiveria che direte.