mercoledì 17 dicembre 2008

Un'altro castigo

Ci sono diversi modi di reagire.
Oppure si può subire.
È la strada più semplice, ma la più dolorosa.
Non importa. Eppure riempirei questo post con la stessa frase.
Ancora tre anni. Ancora tre anni. Ancora tre anni.
Ma che vuol dire un numero, poi?
Quando finalmente mi alzerò e me ne andrò senza voltarmi, cambierà qualcosa?
Questo odio che non mi permette nemmeno di scrivere e di dormire sparirà.
Ultimamente odio un po' tutti e tutto.
Odio me stessa e ciò che vorrei essere ma non sono, mi odio perchè so le cose e quando mi tocca esprimermi mi blocco e non riesco ad andare avanti, mi odio perchè continuo a deludere le aspettattive di tutti. Non sono mai riuscita a compiacere nessuno.
Ma questo è un bene o un male?
Non lo so.
Stavo per andarmene, sì, sparivo lentamente e ne ero felice. Ora sono ancora qui. E non credo di averlo voluto io, tanto che adesso ci penso spesso, a sparire con un gesto definitivo.
Ma non è questo il punto.
Veramente non so quale sia il punto, lo scopo di questo post...
Ma sono terribilmente incapace di esprimere quella voragine che sento dentro e che ogni giorno di allarga, come il buco dell'ozono, inghiottendomi lentamente.
Non basta nemmeno più la musica. È inutile, ora.
Non basta più niente. Un giorno, qualcuno mi darà la mia dose di morfina?
Non credo. Ma ora ascolterò ancora una volta le urla, abbasserò lo sguardo, farò finta di niente.
Ancora tre anni. Ancora tre anni. Ancora tre anni.
Se non prima.

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