giovedì 3 dicembre 2009

Moriremo, crescendo


Il mondo mi osserva mentre con la mia bustina pesco sogni in una tazza di té, tentando di convincermi circa questa realtà distorta di cui percepisco a tratti l'esistenza.
Vivo la vita come una serie di nascite e morti: moriremo, crescendo. Potremmo tuttavia migliorare peggiorando, odiare pur continuando ad amare. Credo comunque che quest'ultimo paradosso sia in ogni caso irreale.
Ma in fin dei conti, cos'è presente, reale e cosa immateriale? So per certo che i sogni, i miei incubi, svaniscono all'alba, eppure sono pur sempre presenti nella loro immaterialità. Reali sono le parole, transustanziazione di pensieri immateriali... "Vedi di non fare più incubi, buona notte."
Immateriali sono pensieri reali non espressi... "Come posso riuscire a cessare di sognare incubi se il protagonista sei tu?"
Labili illuminismi che mi portano a vagare alla ricerca del reale e l'immateriale, e cioè del confine tra le nostre morti e le nostre rinascite perpetue. Nel frattempo vivo, viviamo noi tutti, ed arranchiamo per la monotonia quotidiana. Questo ho appreso dalla mia malinconica rassegnazione alla solitudine, mentre la noia cola lentamente in giornate come queste.
Così talvolta mi desto dal torpore del sonno, mi trovo a convincermi circa la realtà, e non bastano i sogni a smussare tale amara consapevolezza che, tuttavia, "si sta come d'autunno,/ sugli alberi/ le foglie."

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