lunedì 6 aprile 2009

21st Century Breakdown

Ed è strano come in certi momenti basta un nulla per commuoverti.
Tra un mese circa uscirà il nuovo album dei Green Day; i miei giorni verdi sono già passati da mesi or sono. Così, perplessa e un po' arrabbiata, pensando che ora non era il momento: lo sarebbe stato l'anno scorso, ma non ora. Le cose succedono quando smetti di pensarci, desiderarle.
Ho cercato il singolo e...
Beh, mi sono commossa. Io, così dura e fredda, posta innanzi a una realtà che mi è appartenuta tempo fa, mi sono sciolta in lacrime.
Nella mia testa hanno cominciato a scorrere scene, come in un film: pensavo a cosa sarebbe successo se mi fossi trovata indietro di un anno.
Innanzitutto avrei chiamato colei con cui bruciavo le giornate e sparavo cazzate, avremmo riso e saltato di gioia insieme, ma non sarà certo una canzone a cambiare la vita, ora come ora.
Avrei segnato sul calendario, euforica, la data d'uscita nei negozi dell'album e sarei stata una tra le prime ad acquistarlo; a difenderlo con unghie e denti. Avrei tradotto la canzone in meno di un quarto d'ora.
Così sarebbe poi giunta l'estate e beh, la mia colonna sonora sarebbe giâ stata consumata alla grande, per essere riascoltata ancora e ancora, fino alla nausea.
Ogni canzone, ogni accordo avrebbe poi conservato quella spensieratezza che è solita appartenere alle estati bambine, quella felicità mista a malinconia per i bei momenti passati, potendo quasi scorgere tracce di profumo di mare nella stanza, sulle note.
Poi d'un tratto il silenzio, assordante.
La canzone è finita. Sorrido, mi asciugo gli occhi e spengo il computer.
Senza riascoltarla, senza soffermarci troppo.
È giusto così.

Nessun commento: