lunedì 22 dicembre 2008

Grazie...


Ho bisogno di un sogno.
E ne ho bisogno ora. Subito. O, perlomeno, nella prossima settimana.
Ma che sto dicendo?
Io ce l'ho un sogno.
Ma non posso realizzarlo. O non me lo permettono.
Non posso perchè scappo sempre via sul più bello.
E poi lo sogno la notte.
Non posso perchè non posso accettare.
Mi rode dentro...
Così il sogno diventa un'arma a doppio taglio rivolta contro di me.
E ogni volta che si rinuncia a qualcosa, ci si illude.
Cosa ne dite? Ci si illude.
Ogni volta che si rinuncia a qualcosa, si rimane legati
per sempre all'oggetto della rinuncia.
Credo ciò.
E se io non volessi rinunciarvici???
Purtroppo so che non si è mai innamorati di qualcuno.
Anche se sembra.
Si è soltanto innamorati dell'idea che ci si è fatti di una data persona,
un'idea preconcetta e dettata dalla speranza.
Fermatevi a pensarci un minuto. Non è così che ci disinnamora?
La vostra idea è cambiata, vero?
E la mia?
Non lo so. Non ho mai saputo nulla sui miei sentimenti.
Forse non ne ho nemmeno mai provati.
E tu, che mi vuoi riportare alla vita...
Sei arrivato al momento giusto, credo.
Avevo giusto bisogno di un sogno.
Grazie, anche se tu, questo, non lo sai.

mercoledì 17 dicembre 2008

Un'altro castigo

Ci sono diversi modi di reagire.
Oppure si può subire.
È la strada più semplice, ma la più dolorosa.
Non importa. Eppure riempirei questo post con la stessa frase.
Ancora tre anni. Ancora tre anni. Ancora tre anni.
Ma che vuol dire un numero, poi?
Quando finalmente mi alzerò e me ne andrò senza voltarmi, cambierà qualcosa?
Questo odio che non mi permette nemmeno di scrivere e di dormire sparirà.
Ultimamente odio un po' tutti e tutto.
Odio me stessa e ciò che vorrei essere ma non sono, mi odio perchè so le cose e quando mi tocca esprimermi mi blocco e non riesco ad andare avanti, mi odio perchè continuo a deludere le aspettattive di tutti. Non sono mai riuscita a compiacere nessuno.
Ma questo è un bene o un male?
Non lo so.
Stavo per andarmene, sì, sparivo lentamente e ne ero felice. Ora sono ancora qui. E non credo di averlo voluto io, tanto che adesso ci penso spesso, a sparire con un gesto definitivo.
Ma non è questo il punto.
Veramente non so quale sia il punto, lo scopo di questo post...
Ma sono terribilmente incapace di esprimere quella voragine che sento dentro e che ogni giorno di allarga, come il buco dell'ozono, inghiottendomi lentamente.
Non basta nemmeno più la musica. È inutile, ora.
Non basta più niente. Un giorno, qualcuno mi darà la mia dose di morfina?
Non credo. Ma ora ascolterò ancora una volta le urla, abbasserò lo sguardo, farò finta di niente.
Ancora tre anni. Ancora tre anni. Ancora tre anni.
Se non prima.

sabato 13 dicembre 2008

Scrivere positivo...


C'è qualcuno che mi ha detto di scrivere cose positive.
Quel qualcuno ha ragione.
Dovrei finalmente cominciare a scrivere qualcosa di positivo.
Ma io mi sfogo scrivendo. E non conosco altro modo.
Alle volte è doloroso rileggere. È un po' come se questi "post" servissero a tentare
di disinfettare alcune ferite.
Ma rileggerne alcuni è come infettarle e farle sanguinare nuovamente.
Fattostà che lo sento, il sangue. Sgorga a fiotti. Come disse Baudelaire nella mia poesia
preferita... Eppure, se tasto, non trovo ferite.
"Alis, sei cambiata." "Alis, sei più pallida." "Alis sei dimagrita?" "Alis perchè copri i tuoi occhi azzurri con la frangia? Sai cosa darei io per avere i tuoi occhi?"
E scappo. Scappo da tutto. Da tutti. Scappo dal suo sorriso e dai suoi inviti.
E scappo da lei e dalla sua esuberante allegria.
E metto le cuffie e scappo.
Corro, scappo, la sera, dopo scuola. Corro perchè Bellinzona illuminata e piena d'alberi e vetrine decorate mi fa star male.
Mi fa vagare con i ricordi a cinque, sei, sette natali fa.
Quando la vita era semplice. Quando tutto era più semplice.
Quando non si vedeva lontano un miglio che ero triste. E la tristezza se ne andava in un attimo.
Bastava poco.
Quando bastava dire un "Mam-ma" per riscuotere un "Brava!" e far sorridere tutti. Bastava battere le mani, cantare un motivetto col cucchiaio come microfono...
I ricordi mi assalgono anche ora. Sono ricordi positivi. Belli. Puliti.
Ma allora perchè fanno così male?
Ho una pietra in fondo al cuore.
Alcuni nascono con le ali, altri con uno splendido sorriso.
Altri ancora come me. Con gli occhi cristallini e lucidi ed una pietra in fondo al cuore, dove il dolore convive con una terribile autocommiserazione.
È ciò che non mi lascia volare. O forse è solamente la paura di non esserne in grado.
Di cadere.
Io sono una che fa tutto difficile.
E me lo dice mia madre.
E me lo dice lui.
Va bene. Avete ragione. Sono una che fa tutto difficile.
E non riesce a scrivere positivo.

venerdì 12 dicembre 2008

Veleno

L'ho sognato. Il veleno. Dalle mie labbra fino a gelarmi il sangue.
Proprio come lei. Una Giulietta senza Romeo. Che finale desolante.
Mai ci fu storia di maggior dolore che quella di Giulietta e del suo amore.
Ma se lei non avesse conosciuto lui, avrebbe avuto vita più lunga?
Probabilmente sì. L'amore è pericoloso. Ed uccide senza pietà.
Ma che vita avrebbe potuto avere ella? Vuota. Buia.
"L'amore è la più saggia delle follie, un'amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire." Shakespeare

mercoledì 10 dicembre 2008

Le cose che ho capito...


Le cose che ho capito...

Ho capito che la società ha paura di tutto ciò che è diverso, e ciò che è diverso deve essere catalogato... Che sia "pazzo" o "artista" c'è la necessità di riportare tutto in una specie di forma di presunta normalità. C'è la necessità di fare sempre un'inventario, niente deve sfuggire a questo controllo automatizzato...

Ho capito che per avvitare una lampadina non occorre nessun'emo, tanto moriremo tutti. XD

Ho capito che bisogna sorridere sempre perchè domani potrebbe andare peggio.

Ho capito che l'indifferenza è meglio della vendetta.

Ho capito che se solo resti indietro nessuno ti apetta.

Ho capito che se la gente che pensa male di me sapesse cosa penso di lei penserebbe peggio.

Ho capito che se fai tutto da te vali qualcosa.

Ho capito che la vita è troppo breve per pettinarsi mediocremente.

Ho capito che non ti ama chi amor ti da ma chi ti guarda e tace.

Ho capito che un compromesso a volte vale la libertà.

Ho capito che lo stato uccide chi non doma.

E ho capito che se resti qui... Devi salvarti il culo.

domenica 7 dicembre 2008

Il mondo dietro una frangia o.O?!


Accucciata.
Il freddo marmo mi rende onore.
Odo il ghiacciante abbraccio
e l'oscura principessa incede. Maestosa.
Io vi omaggio, tenebre.
E maledico il giorno in cui il mio sogno diventò la mia rovina.
Andò in rovina.
Invoco vendetta.
Corteggiata dal principe incappucciato.
Regina delle rose, incantata dal luccichio della falce.
Chi mai osò sfiorare il meo pallido volto...
La fatal quiete lo colga.

Non credo che il mondo dietro una fragia sia diverso.
Solo un po' più scuro.
Ma forse è proprio questo il punto...
E alle volte ci vuole coraggio.
Ci vuole coraggio per tutto.
La gente probabilmente non capisce cosa vuol dire stare "non molto"
bene.
Sono in pochi quelli che capiscono.
La maggior parte si spaventa quando si accorge che stai molto
peggio di ciò che sembra.
Altri non capiranno mai.
Si limiteranno a cancellarti per sempre dalla loro vita.
Ma forse è un bene. O forse no.
Sarà che in questo periodo dell'anno gira per le strade
una malinconia agghiacciante.
Non so voi, ma a me, la città piena di luci mi fa
venire una grande tristezza.
Allora abbasso lo sguardo, alzo il cappuccio nero e cammino,
testa china, nella folla di clienti isterici che corrono da negozio a
negozio per fare gli acquisti di Natale.
Secondo me è inutile tutto questo affannarsi.
Per cosa poi?
Niente. Spendere. E basta.
È tutto un buisness, tutto un ritmo allucinante.
Veniamo continuamente bombardati da tutto. Da tutti.
Da dove sono partita? Non mi ricordo più.
Ma concludo diendo quello che penso da un po' di giorni a questa parte.
Alis si veste come le pare, segue gli ideali che preferisce,
e ascolta quelle che caxo le pare!
Fine. Punto.
Essere emo è un modo di reagire alla vita. Quando è buia.
Non rompetemi. Più.